Venti torri da scalare per venti vite da ricostruire. E dar loro un tetto sotto cui formarsi, riprendere forza, dopo lo shock più grande che la Natura possa infliggere: un terremoto che spazza via cose e persone, lasciando una scia di polvere, sangue e orfani, un sisma devastante come quello che ha colpito il Nepal lo scorso aprile, magnitudo 7.9. Annalisa Fioretti non può aiutarli tutti, questi bambini e ragazzi rimasti senza padre e madre. Vorrebbe, perché lei c’era, ha toccato con mano quel disastro. Lei, al momento delle scosse, era al campo base Everest-Lhotse. E ha subito messo a disposizione la sua esperienza di medico chirurgo per prestare soccorso a centinaia di feriti, dopo essere sopravvissuta per un caso fortunato. Ma una donna sola, per quanto eccezionale, non ha poteri magici. Quello che può fare, allora, è farsi venire un’idea. E mettere anche l’altra sua grande passione, l’alpinismo, al servizio di chi ha bisogno.
